Classificazione delle lesioni muscolari

Classificazione delle lesioni muscolari

  |   Riabilitazione   |   No comment

Classificazione dei traumi muscolari proposti da alcuni dei principali Autori.

Classificazione di Rodineau e Durey:

  • stadio 0: crampo muscolare con assenza di alterazioni istologiche; ecografia negativa, non indicata;
  • stadio 1: contrattura muscolare con lesione di alcune fibre muscolari; connettivo normale, ecografia negativa, non indicata;
  • stadio 2: stiramento muscolare con lesione di alcune fibre muscolari, connettivo leso e danno irreversibile; l’ecografia dimostra edema (area iperecogena), ecografia indicata;
  • stadio 3: distrazione muscolare con lesione di numerose fibre muscolari, danno irreversibile; l’ecografia dimostra edema ed ematoma, ecografia indicata;
  • stadio 4: strappo muscolare con lesione parziale o completa del muscolo (segno del “battacchio di campana”) ed ematoma, danno irreversibile; l’ecografia dimostra l’ematoma e il segno del “batacchio di campana”, ecografia indicata.

Classificazione di Craig (1973):

Tre livelli di gravità delle lesioni muscolari proposta dall’American Medical Association (Craig, 1973).

  • Primo grado: stiramento dell’unità muscolo-tendinea che provoca la rottura di solo alcune fibre muscolari o tendinee; ecografia indicata;
  • Secondo grado: più severa della precedente, ma non vi è interruzione completa dell’unità muscolo-tendinea; ecografia indicata;
  • Terzo grado: si configura come una rottura completa dell’unità muscolo-tendinea. Ecografia indicata.

Classificazione di Reid (1992):

Reid suddivide le lesioni muscolari in tre tipi, di cui il terzo riguarda le contusioni (meccanismo diretto):

  • tipo 1: lesione muscolare da esercizio fisico (dolore muscolare ritardato);
  • tipo 2: strappo, di cui si riconoscono tre gradi in base al numero di fibre coinvolte fino alla completa rottura e la formazione di un ematoma di dimensioni sempre maggiori:
    • Grado I-lieve
    • Grado II-moderato
    • Grado III-severo
  • tipo 3: contusione, anch’essa distinguibile in I, II e III grado.

Classificazione dei traumi indiretti secondo il criterio anamnestico, anatomo-patologico ed ecografico:

  • Contrattura: dolore ritardato, dopo aver terminato l’attività fisica. Il dolore, mal localizzabile, interessa l’intero ventre muscolare. Dal punto di vista anatomo-patologico non vi è alcuna lesione. All’ecografia si evidenzia nulla una eventuale iperecogenicità diffusa a tutto il muscolo.
  • Stiramento: il dolore insorge durante l’attività fisica, progressivo, è ben individuabile una zona muscolare di consistenza aumentata e dolente, l’atleta riesce ad individuare il tempo di insorgenza. All’anatomia patologica non si evidenzia alcuna lesione. All’ecografia vi può essere un’area iperecogena o ipoecogena che scompare in pochi giorni.
  • Strappo di 1° grado: dolore acuto e improvviso, preciso riferimento al gesto tecnico che lo ha determinato. La sede del dolore è oggettiva e soggettiva. Alla palpazione della zona dolente è possibile riscontrare un avvallamento che, ben presto, verrà sostituito da una salienza palpabile dovuta all’ematoma. Dal punto di vista anatomo-patologico vi è la rottura di poche fibre muscolari all’interno di un fascio. All’ecografia si potrà evidenziare un quadro differente in base al tempo trascorso dal trauma e alle dimensioni dell’ematoma.
  • Strappo di 2° grado: lesione del muscolo dovuta alla rottura di numerosi fasci muscolari all’interno di un muscolo, senza superare i 3/4 di sezione.
  • Strappo di 3° grado: lesione che supera i 3/4 di sezione del muscolo, alcuni fasci muscolari sono rimasti integri (rottura incompleta).
  • Rottura completa, immagine a “battacchio di campana”.

Aspetti ecografici ed evoluzione dell’ematoma:

In base al tempo trascorso possiamo identificare:

  • Area iperecogena, nelle prime ore dal trauma per la presenza di materiale corpuscolato;
  • Area ipoecogena nelle 24 ore successive per lisi dell’ematoma con formazione di un colliquato;
  • Area disomogenea, in fase di riassorbimento (dipende dalle dimensioni dell’ematoma);
  • Riassorbimento completo oppure complicanze dovute ad esiti cicatriziali, calcificazioni, cisti e ossificazione.

Note particolari:

  1. L’indagine dinamica risulta fondamentale per dimostrare e quantificare la reale estensione della lesione.
  2. Dopo un trauma muscolare è bene attendere o rivalutare a distanza di almeno 48/72 ore in quanto l’ematoma che si è formato si presenta nelle prime ore tendenzialmente isoecogeno a causa della componente corpuscolare (prima fase). A distanza di almeno 24 ore, infatti, l’ematoma va incontro a colliquazione per lisi degli eritrociti: è questa la fase che si rende meglio apprezzabile all’ecografia, presentandosi come area anecogena (seconda fase). Il riassorbimento o l’evoluzione e riorganizzazione dell’ematoma avviene nei 10-15 giorni successivi (terza fase).
No Comments

Sorry, the comment form is closed at this time.